mercoledì 25 settembre 2013

ARCO NUDO - Il video-seminario di Giorgio Botto - Roma 2009

Arco Nudo
COME SI TIRA ARCO NUDO.
Giorgio Botto nel brillante seminario internazionale svoltosi a Roma nel 2009, precisò e puntualizzò a più riprese ciò che vale nel tiro per l'olimpico vale anche per l'arco nudo.
Solo alcune eccezioni confermano nonostante la regola.
La posizione della mano sulla corda (string walking), variabile secondo le distanze, quindi secondo le geometrie impresse alla parabola della freccia: maggiore la distanza più ci si avvicina alla cocca, ovvero la "passeggiata sulla corda"; una diversa messa a punto sul piano verticale per evitare l'eccessivo cavalcamento della freccia, dovuta all'angolo impresso alla corda per la posizione della mano differente dall'infradito dell'arco olimpico e che richiede un punto d'incocco più alto - da verificare tuttavia caso per caso; una maggiore accuratezza per la messa a punto sul piano orizzontale per ottenere un impatto della freccia allineato al centro alle varie distanze fino a 50 metri.
Il relatore sottolineò inoltre l'attenzione al completamento del rilascio - "obbligato" nell'olimpico dall'uso del clicker, "ricercato" nell'arco nudo per una maggiore fluidità nel gesto.

Vi consigliamo - come del resto abbiamo già fatto nel passato - di richiedere la visione del video del seminario di Roma 2009 al vostro tecnico/istruttore che lo ha certamente nel suo bagaglio didattico.

PS: attenzione al rest: è opportuno non sia troppo flessibile sul piano verticale, potrebbe influire sul volo della freccia (cavalcamento).

Image credit: ijdema / 123RF Archivio Fotografico

mercoledì 4 settembre 2013

FITARCOTECNICI IN RETE - NUOVE FRECCE NELLA FARETRA

"Si tratta di un progetto diretto dalla Commissione  Formazione Quadri e Dirigenti, con il quale la nostra Federazione intende dare corpo all’idea che, senza un costante e adeguato aggiornamento dei suoi quadri tecnici, viene meno anche la prospettiva di conseguire risultati e prestazioni di alto livello con i propri atleti."

Tutto il materiale divulgato da questo servizio, come ad esempio articoli, traduzioni straniere o video, è a disposizione dei Tecnici Fitarco regolarmente iscritti all'Albo. La manualistica sul tiro con l'arco è pertanto "filtrata" dagli istruttori delle compagnie arcieristiche e divulgata con dovuta "parsimonia".
Il distintivo "PIUMA ROSSA"

Tra le cose interessanti che troviamo a disposizione vi è il "Manuale FITA del principiante" (Cfr.altro post). Un interessante compendio che, ben introdotto dal nostro istruttore, varrà la pena possedere nella sua versione digitale.
Chiediamolo dunque ai nostri tecnici!

I tecnici posso accedere ai documenti e ai video dall'area riservata del sito FITARCO.

lunedì 26 agosto 2013

Archi "tutti d'un pezzo" - evoluzioni dell'arco moderno

Archery - A Return to the olympics - Archive 1973
Vi suggeriamo questo interessante link per approfondire la nostra conoscenza dell'arco moderno e la sua evoluzione nel tempo.
Buona visione.


mercoledì 17 luglio 2013

TIRO CON L'ARCO A MESTRE - Tre campi in tre scuole


Lo scopo vero del tiro con l'arco non è quello di colpire il bersaglio ma di "tendere" l'arciere al perfezionamento della propria persona.
Qualunque sia il tipo di insegnamento dato non può prescindere dall'educazione nella disciplina. L'insegnante nel dare si aspetta che l'adepto apprenda. E' un contratto semplice e allo stesso tempo spietato: il rapporto tecnico/atleta non ammette ingerenze esterne e pone sempre un limite alla sua durata.
Si potranno così avere tanti maestri, uno per volta. Maestri che rimangono per sempre nei pensieri dell'atleta mentre la sua persona cresce.
Siamo in tre campi ma tutti sulla stessa linea di tiro.

I link utili per tirare con l'arco a Mestre:
Arcieri Conte di Carmagnola
Arcieri del Doge
Accademia Veneziana di Tiro
Arceria Marin

Corsi di tiro con l'arco
messa a punto arco/arciere:
arcmasta@gmail.com
Mob. 3772424596

venerdì 5 luglio 2013

Abbinamento Tecnico/Atleta

101 STORIE ZEN
Abbiamo affidato alle parole tratte da "101 Storie Zen" a cura di Nyogen Senzaki e Paul Reps, Adelphi, 1973, le riflessioni per un argomento assai delicato come l'istruzione e la crescita atletica nel tiro con l'arco.
La simpatica storia che vi portiamo, oltre a stimolare l'apprezzamento e la lettura di questo libro sagace e provocatorio, pone il lettore in una condizione di sospensione...

Storia n. 82. Niente esiste
Quando era un giovane studente di Zen, Yamaoka Tesshu andava sempre a trovare tutti i maestri. Andò a far visita a Dokuon di Shokoku.
Volendo mostrare la sua preparazione, disse: "La mente, Buddha e gli esseri senzienti, in fondo, non esistono. La vera natura dei fenomeni è il vuoto. Non c'è nessuna realizzazione, nessuna illusione, nessun saggio, nessuna mediocrità. Non c'è nessuno che dia e niente che si riceva".
Dokuon, che stava fumando in silenzio, non fece commenti. Tutt'a un tratto colpì Yamaoka con la sua pipa di bambù. Questo fece arrabbiare moltissimo il giovane.
"Se niente esiste," domandò Dokuon " da dove viene questa tua collera?".

Dobbiamo prendere atto. Questo nostro amato sport sta piacendo veramente a molti. I recenti successi internazionali ed olimpici hanno contribuito a far conoscere il Tiro con l'Arco e i suoi Atleti.
In questa circostanza ci sentiamo allora di dare sempre di più. Lo stimolo del CONI è presente.
Nella Circolare n.43/2013 della FITARCO si sollecita l'avvio della procedura di abbinamento Tecnico/Atleta. Ciò che nel merito si suggerisce agli allievi: fare riferimento solo ad un istruttore e ascoltate solo lui, diventa una formale procedura alla quale ogni atleta ed ogni tecnico non possono esimersi.

E' un cordiale invito a formalizzare una prassi consolidata!
A questo punto gli allievi/atleti (tutti) dovranno solo sottoscrivere il loro impegno nei confronti del loro istruttore/tecnico. Vi siete convinti?

Nella Circolare n.38/2013 invece - attinente al Regolamento Tecnici federali - si evidenzia la Nuova tabella Crediti nell'obbligo del conseguimento per gli istruttori.
Che si voglia o meno, per aumentare la qualità delle prestazioni sono necessari gli aggiornamenti. La formula dei crediti (professionali) stabilisce un regime burocratico penalizzando forse chi dello studio del tiro con l'arco si interessa come al pane quotidiano, o chi per anni ha svolto il servizio di istruttore con "eremita" dedizione.
Tuttavia, dovendo "crescere" - per mantenere stabilmente la posizione raggiunta - non possiamo rinunciare alla formalità di un numero minimo di allievi seguiti da ogni istruttore in un anno, o all'aggiornamento continuo comprovato dai crediti assegnati. Insomma non possiamo limitarci a restare semplici "maestri" di primo livello che diffondono solo il piacere del tiro con l'arco ai neofiti: dobbiamo crescere.

L'obbligatorietà dei crediti di aggiornamento può tuttavia far perdere alcune opporunità. Chi fu a suo tempo ordinato istruttore ricevette "l'iniziazione del servizio" e gli emeriti Maestri dalla storica esperienza, incalzati dall'obbligatorietà dei corsi di aggiornamento, potrebbero ritirarsi e sentirsi trascurati da questa nuova ventata del fare. C'è davvero bisogno di questo sacrificio o Loro potranno avere ancora voce in capitolo?

Ogni nuova tecnica di tiro viene sperimentata con scientifica efficacia, i rudimenti del passato sono la base dello studio delle nuove tecniche. I Manuali di tiro con l'arco si susseguono e a ragione si aggiornano. Ma dalle biblioteche di Compagnia, come dall'esperienza degli istruttori attempati, si conserva lo spessore dello storico.
Il confronto tra le diverse tecniche di tiro e di insegnamento sono sempre accomunate da un importante principio: l'interferenza.
L'atleta cerca l'equilibrio e il miglioramento dei punteggi durante l'allenamento, il tecnico interferisce e pone di nuovo un obiettivo: la consapevolezza che la strada è lunga.

Mirco Mastandrea istruttore di 1° livello e giovanili
(Yomiro Tutjiri - per non irarsi)

mercoledì 3 aprile 2013

CLICKER - "Il misuratore di allungo"


"Dietro le spalle c'è il petto". Con questo aforisma di Bruno Munari si prova sintetizzare un argomento di "semplice complessità" come l'uso del clicker.

La piccola lamella che fa "click", assumendo il nome onomatopeico inglese di clicker, ci ha condotto per diverse generazioni verso il controllo della potenza sviluppata dal nostro arco.

Il misuratore di allungo mantiene costante l'altezza del tiro sul bersaglio. Alcuni profani potrebbero pensare che per tirare a distanze maggiori si debba allungare di più! Non è così e lo sappiamo fin dalle prime lezioni del nostro istruttore.

Fissata quindi la potenza dell'arco, l'arciere si concentrerà con più efficacia sulle altre "variabili" del tiro: postura, allineamenti, respirazione, contatti etc. Anche la messa a punto dell'arco può essere finalmente affinata.

Se ci avete seguito fin dal post "Freccia lunga e arco debole", conoscerete la nostra visione: l'arciere e l'attrezzatura è bene crescano insieme. In particolare una freccia tagliata alla finestra del riser difficilmente può allungarsi ancora (salvo quelle di alluminio con i tubicini salvati dopo il taglio), quindi per i principianti e i ragazzi raccomandiamo dei clicker estensibili (magnetici) oltre la finestra per alcuni centimetri. Non sono tanto belli ma la loro funzione risulta un toccasana per il portafoglio. Coloro più attempati e con allungo "collaudato" possono arrischiare tagli alle frecce fino a 1/4 di pollice fuori dalla finestra. Un buon clicker a lamella può durare diversi decenni. Anche in questo caso privilegiate l'estensibilità oltre la finestra con basette e tubetti di battuta applicabili al riser. Il "fai da te" va bene purché ricordiate di evitare elementi interferenti con il volo della freccia in uscita.

Per determinare la misura ideale fatevi aiutare da un collega più esperto. Dopo alcune osservazioni dei vostri tiri sarà possibile collocare provvisoriamente la linguetta all'allungo naturale. E' possibile che l'allungo debba essere successivamente rettificato con lievi spostamenti in avanti o indietro del clicker. La condizione ottimale si otterrà dopo qualche serie di tiri - dozzine di frecce - quando vi accorgerete di essere entrati in simbiosi con il suono, al punto che non lo avvertirete quasi più. Il riflesso involontario di lasciare la corda per alcuni arcieri diverrà addirittura una condizione quasi incontrollabile.

Sarà dunque il momento di iniziare gli esercizi di controllo sul clicker proposti da Sante Spigarelli nel leggendario "Manuale di Tiro con l'Arco" che ci permetteranno di visualizzare attraverso la punta della freccia "sotto-clicker" (a breve distanza dal paglione) il comportamento dei muscoli dietro le spalle. Munari ci ha tracciato la strada...

Unica "dispensa" per coloro che si possono allenare poco: potete spostare in avanti il clicker... di tanto in tanto... Tornerete presto in forma, altrimenti c'è sempre "San Bottone" (berger) a proteggervi!

venerdì 29 marzo 2013

Messa a punto dell'arco "esagerata"!

Valeriano e Massimiliano Nannipieri "La messa a punto dell'arco ricurvo" Greentime edizioni, 2000.
Non dimentichiamo mai di citare questo utilissimo manuale di tecnica della messa a punto dell'arco. E' un consiglio che diamo a coloro che si accingono ad affrontare la nuova stagione estiva.
Vi segnaliamo inoltre il documento sul "Tuning - arco e freccie in azione" di Mario Attilio Ostidich.

La stagione estiva è alle porte. Questo è il momento gusto per una buona messa a punto della nostra attrezzatura. Nel taccuino da cronista, quello nero con l'elastico, abbiamo già annotato tutte le nostre misure: brace height, tiller superiore, tiller inferiore, carico dell'arco al clicker - la pressione del bottone l'abbiamo pesata con la bilancia di cucina, mentre abbiamo misurato la lunghezza del bottone al dado di registro, per non perdere nemmeno il center shot del berger - insomma, se qualche cosa non dovesse andare per il verso giusto, sappiamo come tornare indietro.
ORA ESAGERIAMO! Cominciamo con il cambiare la corda. Il cambio di stagione favorisce l'approccio radicale - il nostro istruttore probabilmente ha programmato per la primavera il "classico corso" sulla costruzione delle corde - seguiamolo attentamente e prepariamoci due nuove corde. Se usiamo frecce diverse all'aperto, o un altro libraggio, niente di meglio che cominciare dal principio: procediamo ora con la "staratura" dell'arco. Se siamo esperti tiratori non ne avremo bisogno, ma se abbiamo ancora dubbi se sia l'arco o noi a sbagliare è meglio "esagerare" l'errore dell'arco, quindi stariamo il berger. La molla dura diventerà tenera o viceversa. Tiriamo qualche freccia e capiremo subito che non siamo noi a sbagliare... Riportiamo la molla ad una condizione accettabile combinando i tiri alle regolazioni di minima. E' la volta ora del center shot: stessa procedura, in fuori o in dentro - esagerando - poi altri tiri e altre regolazioni. Ma cosa è cambiato veramente? La consapevolezza! Non avremo più paura di "smanettare" l'arco. Teniamo a mente che un buon risultato di regolazione fa coincidere la punta della freccia con proiezione verticale della diottra. In genere la punta della freccia sarà po' in fuori rispetto l'asse della corda/arco. Per il tiller stessa procedura. Si stara l'arco in positivo fino a 1/4 di pollice per il tiller superiore e si può arrivare fino a pareggiare i due tiller (tiller a zero). Durante le prove ci accorgeremo se la rosata si stringe o meno. Inutile fare prove a distanze superiori a 15-18 m. Ultima cosa, ma non meno importante, il punto d'incocco potrebbe essere cambiato, correggiamolo. E' consigliato procedere con una taratura alla volta e, se ci siamo persi, possiamo sempre tornare alla base usando gli appunti del taccuino nero con l'elastico.

PS:  Non abbiamo parlato dell'asse flettenti riser/corda. Ma quella è un'altra storia...
Un suggerimento: "ogni freccia ha il suo berger" - dipende dal budget ma alcuni arcieri "archiviano" le frecce con il loro specifico bottone. Ma anche questa è un'altra storia... 

domenica 17 marzo 2013

Manuale di Tiro con l'Arco a cura di Sante Spigarelli


Sante Spigarelli, "MANUALE DI TIRO CON L'ARCO", Arco Sport, 1997

Non fatevi ingannare dalla "leggerezza" della copertina di questo manuale di tiro con l'arco a cura di Sante Spigarelli, essa non prescinde dalla serietà e la compiutezza dei suoi contenuti.

Questo manuale è forse meglio conosciuto dagli "attempati" istruttori di tiro con l'arco come una riedizione ampliata del mitico Manuale per Istruttori della Fitarco in dotazione fino alla metà degli anni '90. La sintesi su cui è basato questo lavoro è ancora oggi considerata una base corretta per l'insegnamento e soprattutto per l'auto-apprendimento della tecnica di tiro, la sicurezza, la messa a punto dell'arco e l'allenamento verso la competizione.

In fondo è proprio la leggerezza ciò che ogni arciere persegue nell'esprimere il meglio di sé.

link utili:
http://www.arcosportspigarelli.com/area-tecnica/la-messa-a-punto/
http://www.arcosportspigarelli.com/area-tecnica/alleniamoci-meglio/

mercoledì 27 febbraio 2013

Messa a punto: il berger (2)


Un bottone per il nostro arco :-)

Trovare la giusta messa a punto del Berger button è una grande soddisfazione. E' l'ultimo dei processi della messa a punto dell'arco che comincia con la giusta altezza del punto d'incocco e continua con l'approssimazione di un assetto perfettibile arco-arciere; riteniamo infatti impossibile prescindere la messa a punto dell'arco dalla "messa a punto dell'arciere".

La messa a punto "standard" del Berger è una cosa relativamente semplice: regolare la molla a un carico di circa 0,3-0,4 Kg e il center shot in modo che il Berger spinga la freccia in fuori rispetto l'asse dell'arco/corda di una mezza punta di freccia. Il vostro istruttore non avrà nessuna difficoltà nell'assistervi in queste semplici operazioni. Il bello invece viene dopo dozzine di frecce tirate, quando affronterete finalmente la messa a punto del Berger più affinata.

Il Berger è essenzialmente un sistema meccanico per contenere gli effetti causati dal "paradosso dell'arciere": il rilascio della corda con le dita imprime infatti un leggero spostamento laterale alla freccia. Inoltre la misura del brace height influisce sul comportamento della freccia rendendola più o meno rigida. Infatti la corsa della corda - più o meno lunga - imprime alla freccia maggiore o minore potenza. Attenzione però un brace height troppo corto, anche se fa aumentare la velocità (corsa) della freccia in uscita, rende la risposta dell'arco imprecisa perché allaga rosata delle frecce. La rosata si può misurare facilmente con il "rosametro" di Christian - sinonimo di "voléemetro" di Yomiro - ovvero il metro da sarta. La regolazione della corda, quindi il brace height, può essere fatta dando più o meno giri alla corda. Anche in questo caso il vostro Tutor vi aiuterà volentieri.

Un'altra imprecisione della volèe può essere data da una differenza del tiller: non adeguata o fuori dai parametri del costruttore del riser. Questa imprecisione di regolazione del tiller è più difficile da individuare. Tuttavia i segnali si manifestano durante la mira e durante il rilascio. Gli effetti, come già sappiamo, influiscono sulla qualità delle rosate delle volée. La chiusura simultanea dei flettenti durante il rilascio della corda rende l'arco silenzioso, se ciò non avviene è opportuno provare una diversa regolazione. Inoltre durante le fasi di mira è possibile che, pur avendo un allineamento con la diottra nel bersaglio, dopo la trazione - ai contatti (ancoraggio) - l'allineamento possa non coincidere con il centro del bersaglio: più alto o più basso. Queste sono solo osservazioni e non regole, geometria e suono possono tuttavia esserci di aiuto.
A presto con il seguito.

Il precedente post sull'argomento.

Image credit: kitch / 123RF Archivio Fotografico

venerdì 22 febbraio 2013

ALLINEAMENTO - LA MAGICA FRECCIA DI YOMIRO

Si è parlato di voléemetro per stimolare l'arciere a raggruppare la rosata. La "freccia magica" è un artificio simile. Nel noto libro "Lo zen e il tiro con l'arco" di Herrigel Eugen, edito da Adelphi, l'autore descrive con simpatia il metodo zen per apprendere il tiro con l'arco: "tirare senza tirare". Il Kyudo - tiro con l'arco tradizionale giapponese - esige un rituale di preparazione molto lungo: la mente e il corpo si uniscono - tendere l'arco senza lasciare la freccia. Quindi la meditazione è la base essenziale della disciplina. Infatti il tiro - quando avverrà dopo mesi di preparazione - "si tira" (da sé), i complimenti vanno quindi  fatti alla freccia, non all'arciere! Il nostro modo di tirare è invece uno sport, dobbiamo quindi affrontarlo "sportivamente". Può essere un limite, ma è importante capirlo fin da subito. La conoscenza tuttavia è cultura ed è utile per la comprensione...

Ed eccoci arrivati alla magica freccia. Prendete una vecchia freccia - anche di legno se volete - appoggiatela sulla mano dell'arco come si appoggerebbe una stecca da biliardo: tra indice e pollice. La posizione deve simulare la mano dell'arco: nocche a 45° pollice in avanti. Tenete con la mano della corda la freccia tra le dita (infradito: indice-medio).  Tracciate visivamente una linea che unisca l'asta della freccia al gomito della corda. Fate passare questa linea ideale attraverso il polso. Si ottiene un allineamento freccia-avambraccio assai utile per innescare il processo di back tension tanto ricercato dai tiratori di compound. Nell'arco ricurvo - olimpico o nudo - l'aspetto dinamico dell'azione di trazione (corretta) si conclude con la tensione dorsale e lo scarico della "potenza" (energia) a terra. Raggiungere questo stato di rilassamento senza affaticamento è sempre auspicabile. La tecnica di allineare la freccia all'avambraccio è riconosciuta come ideale per alleggerire lo sforzo di trazione usando correttamente le leve del corpo umano. Tenere a portata di mano una freccia, anche nelle pause del lavoro, consente il mantenimento costante della forma. I muscoli così azionati mimando il tiro con l'utilizzo di una freccia, sono un esercizio davvero utile, la cosa che forse - per noi sportivi - si avvicina di più all'arte del Kyudo.

In un Seminario internazionale che la FITA ha tenuto a Roma nell'anno 2009,  Filippo Clini, Tecnico della Squadra Nazionale Maschile Arco Olimpico, ha dato una interessante dimostrazione su questo ed altri temi importati per migliorare l'approccio tecnico al Tiro con l'Arco. Su gentile richiesta degli adepti, potremo allora organizzare un'altra serata di proiezione dei filmati tratti dal seminario citato.

E se questi suggerimenti non dovessero funzionare, anche il biliardo è davvero bello!

giovedì 14 febbraio 2013

LA MENTE E L'ARCO - PENSA, COLPISCI


LA MENTE E L'ARCO

La parola colpisce più della freccia.
Imparare a dosare le parole trasmesse dal nostro istruttore, è una abilità da coltivare.
L'esercizio continuo della mente in ragione sul corpo.

Avrete notato come il grado di apprendimento di un neofita arciere, sia spesso inversamente proporzionale al numero di parole usate durante l'azione di tiro.

L'esercizio dell'adepto è agevolato dall'uso di poche ed evocative parole dell'istruttore. Sono segnali di appresi con dolcezza e calma, dei "mantra" per l'apprendimento che rimarranno indelebili nel bagaglio personale del promettente arciere.

Sono da bandire le forme negative: "nel tirare non fare questo ...", oppure: "no! no! non si fa così!..." e "stai sbagliando a ...", ecc. Ciò crea nella mente una forma astratta e negativa di istruzione, difficilmente gestibile dall'adepto, che si trova costretto a pensare in negativo per dare un senso positivo alla frase affaticandosi inutilmente; meglio usare forme dirette come: "... bene, ora prova a fare questo ...", "io farei questo". Dire: "pensa a questo" invece di dire "non pensare a quest'altro".

Questo preambolo, utile per introdurre il concetto di "mente e l'arco", ci permette di inoltrarci (non troppo) nell'osservazione delle "menti": la mente istintiva, quella mnemonica ed infine quella razionale.

Tralasciamo per ora gli aspetti filosofici, cognitivi e psicologici, ci concentreremo invece sugli aspetti semplicemente "meccanici" dell'uso della mente nel tiro con l'arco. La mente istintiva (rettile) permette l'esecuzione ripetitiva di una azione senza il bisogno di pensare, d'istinto appunto. La mente razionale  insegna ma non sa tirare! Se vi affidate alla ragione durante l'esecuzione del tiro non potrete mai ottenere buoni risultati. L'azione soffre, il tiro si rallenta, il corpo attende i comandi razionali che giungono tardi e la freccia si scocca faticosamente ed impura. La mente razionale sa insegnare, ma solo quello che la memoria ha registrato con l'esperienza e l'esercizio. Ed ecco che entra finalmente in campo la mente mnemonica per dare supporto emotivo nella ricerca del tiro che "si tira".

La visione delle frecce che volano e colpiscono il centro del bersaglio, il piacere del ricordo del trenta attraversa il pensiero dall'arciere prima del tiro (volée). La memoria è molto importante come supporto emotivo per perseguire dei buoni risultati. La mente razionale invece analizza tutte le fasi del tiro: la posizione, l'allineamento, i contatti e la respirazione, infine il rilascio e consegna i comandi alla mente istintiva per l'esecuzione del tiro: la freccia scocca!

Il vuoto mentale durante l'esecuzione è davvero difficile. Pensare a niente è comunque pensare a qualche cosa (Thank You Mr.Matthews). Il bagaglio personale dell'arciere di parole chiave (mantra), possono quindi essere utili.

In due parole: THINK, HIT!

domenica 10 febbraio 2013

SENZA ORI? TIRIAMO IN "BIANCO"!


L'incubo di ogni arciere si è avverato!
Non riusciamo a prendere il giallo e ci stiamo facendo una "scorpacciata" di tutti i colori. Dobbiamo allora metterci a dieta e tirare per un po' in bianco...
Coloro che usano le visuali triple sono esentati; l'esercizio che proponiamo è orientato soprattutto a chi usa le visuali singole, anche a brevi distanze. L'arciere verso la competizione è, come sempre, il soggetto a cui è rivolto il nostro blog.
La ricetta: prendiamo la targa - in genere quella da 40 cm a 18 m - e la giriamo.
Iniziamo tirando alcune volée sulla targa bianca: la prima freccia nel centro e le altre a seguire. Con un voléemetro misuriamo la circonferenza e segniamo i punti.
Cosa è un voléemetro? Avete presente il metro da sarta? Ecco proprio quello. Molti magazzini del fai da te o di mobili componibili sono certamente ottimi "sponsor" e saranno certamente disponibili a lasciarci le loro fettucce di carta graduate. Lo scopo dell'esercizio è di "chiudere" la rosata. Fatto?
Bene, ora continuiamo l'esercizio con il tiro in prossimità del filo orizzontale della targa in bianco. Per esempio tiriamo le frecce tra i due bersagli da 40 (sopra e sotto), spostando il tiro in orizzontale in modo che le frecce impattino ad una distanza di una decina di centimetri. Infine, allo stesso modo, tiriamo le frecce in verticale tra  i due bersagli (destro e sinistro), sempre in prossimità del filo della nostra targa in bianco.
Il tiro così scomposto, aiuterà a migliorare il controllo sulla potenza e la mano dell'arco (orizzontale), e sul rilascio della corda e lo "sbraccio" dell'arco (verticale).
Dopo un po' di questa dieta - raggruppamento e precisione - ricomporremo il tiro sulla nostra targa (nel giallo!).

Bon Appétit.

Image credit: bplanet / 123RF 


giovedì 17 gennaio 2013

Aforismi lapalissiani o "Vuoto mentale"


Le parole sono la chiave di molte azioni. Anche nel tiro con l'arco possiamo trovare le parole giuste: divertiamoci un po'.

Una freccia che si tira da sé è una freccia tirata bene - "La freccia Si tira" (Cfr. "Lo Zen nel tiro con l'arco").
Chi tira bene si affatica meno di chi tira male.
Ci vuole lo stesso impegno ad immaginare una freccia che vola nel dieci, quanto a vederla deviare nel sette.
E' bene fare un'azione di tiro corretta, anziché cercar di non sbagliare.
Sorridi prima, durante e dopo ogni tiro: infonderai a te e agli altri un sano ottimismo. I tiri buoni sono contagiosi. Anche i pessimi però!
Durante il tiro mantenere il "vuoto mentale" con la consapevolezza del fare. Possono aiutare a mantenere uno stato consapevole le parole chiave; alcuni di noi le hanno già trovate, gli altri possono iniziare da queste: "Linea - Potenza - Rilassamento" (Cfr. Roy Matthews e John Holden, "Tiro con l'arco", casa editrice meb, 1987).

lunedì 7 gennaio 2013

LA "MISURA" IN TRE COLONNE


Se avete sotto mano uno score per segnare i punteggi delle vostre volée, riconoscerete le "Tre colonne".
E' noto che si segna il punto più alto e via decrescendo da sinistra a destra.
Ciò che interessa in questa sessione di allenamento non è la somma dei punti delle frecce da riportare a destra - colonna dei punteggi parziali e dei progressivi - bensì la somma delle colonne in verticale.
Volendo chiamare le citate colonne per nome - essendo noi adepti di diverse età ed esperienza - partendo da sinistra, le chiameremo: colonna dei dieci, colonna dei nove e colonna degli otto.
Non ce ne vogliano coloro che occupano le prime colonne con i dieci; penseranno solo all'ultima colonna per perfezionare la prestazione atletica.
L'esercizio è invece rivolto ai principianti e agli atleti amatoriali: gli arcieri verso la competizione.
Dopo una sessione di allenamento, per esempio di una decina di volée - segnati i punti sullo score - si segnano i totali per le tre colonne.
I principianti sono generalmente portati a pensare di operare un miglioramento sulla terza colonna: quella degli errori. No! abbiamo già detto che non ci riguarda: quella è la colonna di cui devono stare attenti gli atleti nazionali. Pensiamo invece alla prima colonna: quella dei dieci. Facciamone il più possibile, quantomeno aumentiamo progressivamente la somma. Per un principiante gli errori fanno parte dell'apprendimento, ma cosa devono apprendere se non fare un tiro migliore? Riteniamo sia più facile - al principiante - pensare ai tiri migliori piuttosto che cercar di migliorare i tiri peggiori.
Gli arcieri più esperti (datati) capiranno bene perché abbiamo chiamato le colonne: dei dieci, dei nove e degli otto. La somma orizzontale è 27, base dei fatidici 540 punti in una gara indoor. Per questi arcieri - e ci sono anch'io - consigliamo di tenere d'occhio la seconda colonna. Come abbiamo già detto in un precedente post "Su quanti ori possiamo contare?", i nove non sono l'obiettivo da raggiungere ma un "difetto" da curare. Degli otto o anche meno, non vale la pena a preoccuparsene troppo. E' un problema che non ci riguarda ancora... Sarebbe uno "sbaglio" pensare di non fare errori. Contiamo invece sull'effetto di "trascinamento" della seconda colonna dei nove, con alcuni dieci, per migliorare lo scarto dell'ultima colonna degli otto.
Allora la prima colonna riguarda i principianti: cominciate a contare i dieci; la seconda colonna riguarda i progrediti: contiamo i dieci e sommiamoli alla prima colonna; la terza colonna riguarda gli atleti i nazionali: non distraetevi.

Image credit: photoman / 123RF Archivio Fotografico