mercoledì 27 febbraio 2013

Messa a punto: il berger (2)


Un bottone per il nostro arco :-)

Trovare la giusta messa a punto del Berger button è una grande soddisfazione. E' l'ultimo dei processi della messa a punto dell'arco che comincia con la giusta altezza del punto d'incocco e continua con l'approssimazione di un assetto perfettibile arco-arciere; riteniamo infatti impossibile prescindere la messa a punto dell'arco dalla "messa a punto dell'arciere".

La messa a punto "standard" del Berger è una cosa relativamente semplice: regolare la molla a un carico di circa 0,3-0,4 Kg e il center shot in modo che il Berger spinga la freccia in fuori rispetto l'asse dell'arco/corda di una mezza punta di freccia. Il vostro istruttore non avrà nessuna difficoltà nell'assistervi in queste semplici operazioni. Il bello invece viene dopo dozzine di frecce tirate, quando affronterete finalmente la messa a punto del Berger più affinata.

Il Berger è essenzialmente un sistema meccanico per contenere gli effetti causati dal "paradosso dell'arciere": il rilascio della corda con le dita imprime infatti un leggero spostamento laterale alla freccia. Inoltre la misura del brace height influisce sul comportamento della freccia rendendola più o meno rigida. Infatti la corsa della corda - più o meno lunga - imprime alla freccia maggiore o minore potenza. Attenzione però un brace height troppo corto, anche se fa aumentare la velocità (corsa) della freccia in uscita, rende la risposta dell'arco imprecisa perché allaga rosata delle frecce. La rosata si può misurare facilmente con il "rosametro" di Christian - sinonimo di "voléemetro" di Yomiro - ovvero il metro da sarta. La regolazione della corda, quindi il brace height, può essere fatta dando più o meno giri alla corda. Anche in questo caso il vostro Tutor vi aiuterà volentieri.

Un'altra imprecisione della volèe può essere data da una differenza del tiller: non adeguata o fuori dai parametri del costruttore del riser. Questa imprecisione di regolazione del tiller è più difficile da individuare. Tuttavia i segnali si manifestano durante la mira e durante il rilascio. Gli effetti, come già sappiamo, influiscono sulla qualità delle rosate delle volée. La chiusura simultanea dei flettenti durante il rilascio della corda rende l'arco silenzioso, se ciò non avviene è opportuno provare una diversa regolazione. Inoltre durante le fasi di mira è possibile che, pur avendo un allineamento con la diottra nel bersaglio, dopo la trazione - ai contatti (ancoraggio) - l'allineamento possa non coincidere con il centro del bersaglio: più alto o più basso. Queste sono solo osservazioni e non regole, geometria e suono possono tuttavia esserci di aiuto.
A presto con il seguito.

Il precedente post sull'argomento.

Image credit: kitch / 123RF Archivio Fotografico

venerdì 22 febbraio 2013

ALLINEAMENTO - LA MAGICA FRECCIA DI YOMIRO

Si è parlato di voléemetro per stimolare l'arciere a raggruppare la rosata. La "freccia magica" è un artificio simile. Nel noto libro "Lo zen e il tiro con l'arco" di Herrigel Eugen, edito da Adelphi, l'autore descrive con simpatia il metodo zen per apprendere il tiro con l'arco: "tirare senza tirare". Il Kyudo - tiro con l'arco tradizionale giapponese - esige un rituale di preparazione molto lungo: la mente e il corpo si uniscono - tendere l'arco senza lasciare la freccia. Quindi la meditazione è la base essenziale della disciplina. Infatti il tiro - quando avverrà dopo mesi di preparazione - "si tira" (da sé), i complimenti vanno quindi  fatti alla freccia, non all'arciere! Il nostro modo di tirare è invece uno sport, dobbiamo quindi affrontarlo "sportivamente". Può essere un limite, ma è importante capirlo fin da subito. La conoscenza tuttavia è cultura ed è utile per la comprensione...

Ed eccoci arrivati alla magica freccia. Prendete una vecchia freccia - anche di legno se volete - appoggiatela sulla mano dell'arco come si appoggerebbe una stecca da biliardo: tra indice e pollice. La posizione deve simulare la mano dell'arco: nocche a 45° pollice in avanti. Tenete con la mano della corda la freccia tra le dita (infradito: indice-medio).  Tracciate visivamente una linea che unisca l'asta della freccia al gomito della corda. Fate passare questa linea ideale attraverso il polso. Si ottiene un allineamento freccia-avambraccio assai utile per innescare il processo di back tension tanto ricercato dai tiratori di compound. Nell'arco ricurvo - olimpico o nudo - l'aspetto dinamico dell'azione di trazione (corretta) si conclude con la tensione dorsale e lo scarico della "potenza" (energia) a terra. Raggiungere questo stato di rilassamento senza affaticamento è sempre auspicabile. La tecnica di allineare la freccia all'avambraccio è riconosciuta come ideale per alleggerire lo sforzo di trazione usando correttamente le leve del corpo umano. Tenere a portata di mano una freccia, anche nelle pause del lavoro, consente il mantenimento costante della forma. I muscoli così azionati mimando il tiro con l'utilizzo di una freccia, sono un esercizio davvero utile, la cosa che forse - per noi sportivi - si avvicina di più all'arte del Kyudo.

In un Seminario internazionale che la FITA ha tenuto a Roma nell'anno 2009,  Filippo Clini, Tecnico della Squadra Nazionale Maschile Arco Olimpico, ha dato una interessante dimostrazione su questo ed altri temi importati per migliorare l'approccio tecnico al Tiro con l'Arco. Su gentile richiesta degli adepti, potremo allora organizzare un'altra serata di proiezione dei filmati tratti dal seminario citato.

E se questi suggerimenti non dovessero funzionare, anche il biliardo è davvero bello!

giovedì 14 febbraio 2013

LA MENTE E L'ARCO - PENSA, COLPISCI


LA MENTE E L'ARCO

La parola colpisce più della freccia.
Imparare a dosare le parole trasmesse dal nostro istruttore, è una abilità da coltivare.
L'esercizio continuo della mente in ragione sul corpo.

Avrete notato come il grado di apprendimento di un neofita arciere, sia spesso inversamente proporzionale al numero di parole usate durante l'azione di tiro.

L'esercizio dell'adepto è agevolato dall'uso di poche ed evocative parole dell'istruttore. Sono segnali di appresi con dolcezza e calma, dei "mantra" per l'apprendimento che rimarranno indelebili nel bagaglio personale del promettente arciere.

Sono da bandire le forme negative: "nel tirare non fare questo ...", oppure: "no! no! non si fa così!..." e "stai sbagliando a ...", ecc. Ciò crea nella mente una forma astratta e negativa di istruzione, difficilmente gestibile dall'adepto, che si trova costretto a pensare in negativo per dare un senso positivo alla frase affaticandosi inutilmente; meglio usare forme dirette come: "... bene, ora prova a fare questo ...", "io farei questo". Dire: "pensa a questo" invece di dire "non pensare a quest'altro".

Questo preambolo, utile per introdurre il concetto di "mente e l'arco", ci permette di inoltrarci (non troppo) nell'osservazione delle "menti": la mente istintiva, quella mnemonica ed infine quella razionale.

Tralasciamo per ora gli aspetti filosofici, cognitivi e psicologici, ci concentreremo invece sugli aspetti semplicemente "meccanici" dell'uso della mente nel tiro con l'arco. La mente istintiva (rettile) permette l'esecuzione ripetitiva di una azione senza il bisogno di pensare, d'istinto appunto. La mente razionale  insegna ma non sa tirare! Se vi affidate alla ragione durante l'esecuzione del tiro non potrete mai ottenere buoni risultati. L'azione soffre, il tiro si rallenta, il corpo attende i comandi razionali che giungono tardi e la freccia si scocca faticosamente ed impura. La mente razionale sa insegnare, ma solo quello che la memoria ha registrato con l'esperienza e l'esercizio. Ed ecco che entra finalmente in campo la mente mnemonica per dare supporto emotivo nella ricerca del tiro che "si tira".

La visione delle frecce che volano e colpiscono il centro del bersaglio, il piacere del ricordo del trenta attraversa il pensiero dall'arciere prima del tiro (volée). La memoria è molto importante come supporto emotivo per perseguire dei buoni risultati. La mente razionale invece analizza tutte le fasi del tiro: la posizione, l'allineamento, i contatti e la respirazione, infine il rilascio e consegna i comandi alla mente istintiva per l'esecuzione del tiro: la freccia scocca!

Il vuoto mentale durante l'esecuzione è davvero difficile. Pensare a niente è comunque pensare a qualche cosa (Thank You Mr.Matthews). Il bagaglio personale dell'arciere di parole chiave (mantra), possono quindi essere utili.

In due parole: THINK, HIT!

domenica 10 febbraio 2013

SENZA ORI? TIRIAMO IN "BIANCO"!


L'incubo di ogni arciere si è avverato!
Non riusciamo a prendere il giallo e ci stiamo facendo una "scorpacciata" di tutti i colori. Dobbiamo allora metterci a dieta e tirare per un po' in bianco...
Coloro che usano le visuali triple sono esentati; l'esercizio che proponiamo è orientato soprattutto a chi usa le visuali singole, anche a brevi distanze. L'arciere verso la competizione è, come sempre, il soggetto a cui è rivolto il nostro blog.
La ricetta: prendiamo la targa - in genere quella da 40 cm a 18 m - e la giriamo.
Iniziamo tirando alcune volée sulla targa bianca: la prima freccia nel centro e le altre a seguire. Con un voléemetro misuriamo la circonferenza e segniamo i punti.
Cosa è un voléemetro? Avete presente il metro da sarta? Ecco proprio quello. Molti magazzini del fai da te o di mobili componibili sono certamente ottimi "sponsor" e saranno certamente disponibili a lasciarci le loro fettucce di carta graduate. Lo scopo dell'esercizio è di "chiudere" la rosata. Fatto?
Bene, ora continuiamo l'esercizio con il tiro in prossimità del filo orizzontale della targa in bianco. Per esempio tiriamo le frecce tra i due bersagli da 40 (sopra e sotto), spostando il tiro in orizzontale in modo che le frecce impattino ad una distanza di una decina di centimetri. Infine, allo stesso modo, tiriamo le frecce in verticale tra  i due bersagli (destro e sinistro), sempre in prossimità del filo della nostra targa in bianco.
Il tiro così scomposto, aiuterà a migliorare il controllo sulla potenza e la mano dell'arco (orizzontale), e sul rilascio della corda e lo "sbraccio" dell'arco (verticale).
Dopo un po' di questa dieta - raggruppamento e precisione - ricomporremo il tiro sulla nostra targa (nel giallo!).

Bon Appétit.

Image credit: bplanet / 123RF