mercoledì 15 ottobre 2014

Lego-las - Costruire il tiro mattoncino su mattoncino

L'arco di Lego-las
Ricordando che "il tiro non è sbagliato ma solo preparato male" (Darrel Pace), non rimane che "costruire" il nostro tiro correttamente. Un gesto liberatorio, per esempio una o due volée a breve distanza concentrandoci sul gesto, ci libera dal nostro stesso "controllo razionale"; senza paura di sbagliare, quindi, si inizia la preparazione del tiro. Passare successivamente - dopo un gesto di liberazione - ad una distanza maggiore è più semplice. La memoria corporea è stata richiamata e non ci resta che concentraci sulla mira.

martedì 7 ottobre 2014

L'ARCO A PEZZI - Cosa contiene la vostra sacca o la vostra valigetta?

Un arco olimpico smontato
Provare a conoscere la propria attrezzatura di tiro con l'arco disponendola pezzo per pezzo è una esperienza che suggeriamo a tutti. E' una sorta di inventario dove ogni pezzo trova il suo posto. La valigia o la sacca dovranno essere sempre in ordine e soprattutto pulite.
L'avere cura della propria attrezzatura è un passo essenziale di ogni arciere, non aspettate che siano altri ad occuparsene... è un piacere che non può essere condiviso se sentiamo veramente il senso di posseszso della nostra attrezzatura. Un po' di gelosia non guasta e il permesso ad accedere alla sacca o alla valigetta riservatelo solo il casi eccezionali.

Saremmo curiosi di vedere e pubblicare anche le vostre foto dell'attrezzatura. Una sorta di approfondimento tecnico che possa essere condiviso anche con altri per migliorare la cosapevolezza del nostro modo di essere arcieri.

domenica 13 luglio 2014

IL BISOGNO DI VINCERE













IL BISOGNO DI VINCERE
Quando l'arciere tira per gioco
è più abile che mai.
Se lo fa per una fibbia di ottone
è già più nervoso.
Se il motivo è un premio in oro
è come fosse cieco
oppure vede due bersagli,
ha perso completamente la testa!
E' abile come prima.
Ma il premio lo dissocia.
E' preoccupato.
Pensa più alla vittoria
che non a prendere la mira.
E la necessità di vincere
assorbe tutte le sue energie.

(Chuang Tzu XVII, 11)

Ringraziamo Paola e Paolo per il suggerimento.

lunedì 19 maggio 2014

GLI ISTRUTTORI...

Una cosa difficile da sopportare degli istruttori è la loro continua interferenza.
Se stiamo tirando tutte le frecce nel giallo, siamo soddisfatti, ci stiamo divertendo ma arrivano "loro". Ci dicono che il gesto non era pulito, la conclusione era strappata, dovremmo mantenere di più la posizione a "T" dopo il tiro, insomma si comportano da veri scocciatori e guastafeste.
Quante volte lo abbiamo pensato, ma quando "loro" siamo diventati "noi" la cosa ci sembra un po' diversa e l'interferenza - un metodo didattico per l'apprendimento - ci sembra giustificata, anzi assai utile.
Tra i vari gradi di interferenza c'è senz'altro il cambiare posto alla visuale dopo una serie di buoni tiri, dall'alto al basso e viceversa. Far tirare sulla paglia è utile per il riassetto del "concetto" di volée. Alcuni giochi come il "Tiro golf" (Cfr. altro post) sono utili per acquire la precizione e stimolare la concentrazione. Anche l'esagerazione di posizoni scorrette - tirare con la spalla dell'arco alzata, sbilanciando i piedi ecc. - è una utile interferenza per scoprire cosa succede alla freccia se tiriamo commettendo certi tipi di errore di postura.
Se possiamo tirare alle lunghe distanze, in allenamento è preferibile inserire l'interferenza di allontanarci o avvicinarci alla distanza di gara. Se la distanza di gara è di 70 m, tiarare a 90 e 50 m è utile per interferire sulla postura. Si possono inoltre scoprire alcune imperfezioni sulla messa a punto dell'arco.
Quindi fatte salve le verifiche degli allineamenti e dei contatti, controllata la posizione della mano sull'arco e il suo "timone": il pollice, "strappata l'ultima membrana di paura di sbagliare", l'interferenza sulla distanza negli allenamenti permette un maggiore controllo della posizione, soprattutto nella fase dinamica del tiro.
(continua)

venerdì 2 maggio 2014

Mirini per il tiro con l'arco

Mirini per il Tiro con l'Arco
Una prerogativa dell'arco olimpico è di essere dotato di mirino. Oltre al "vistoso" sistema di stabilizzazione ed altri utilissimi accessori quali il clicker, è il mirino che conforma la specialità olimpica (OL) e si distingue dalla più "semplice" arco nudo (AN).
Il mirino, importante sistema di puntamento, può essere davvero complesso nel suo meccanismo ma la sua funzione è elementare, quasi banale: sostenere una diottra; un punto di mira nello spazio in parallasse all'arco, interposto tra l'occhio dell'arciere e il bersaglio da colpire.
Rinvieremo la trattazione sulla differenza tra le tecniche di mira tra arco nudo, arco olimpico (mirato) e arco compound (CO), per concentrarci sul vero problema: come fare per tenere fermo un punto nello spazio ed avere la possibilità di regolare la sua posizione.
Nel fare ciò riassumiamo gli elementi principali del mirino per il tiro con l'arco.
Essi sono la diottra e il corpo del mirino. La diottra è contenuta in un corpo che le consenta i movimenti laterali, generalmente è un cursore a vite che svolge questo lavoro. Ottimi sono i cursori con movimento micrometrico a scatto. Un giro del cursore corrisponde a dieci scatti, ovvero un millimetro di spostamento laterale della diottra. Il corpo del mirino contiene il sistema di regolazione verticale, distinguiamo quindi due sistemi di regolazione sull'asta graduata: a cremagliera o con vite senza fine. La diottra si sposta in alto e in basso con movimenti micrometrici. Sono da preferire i mirini che consento tali spostamenti verticali con piccoli scatti azionando la vite senza fine sull'asta graduata o il cursore verticale del corpo della diottra sulla cremagliera. Dopo avere azionato lo spostamento si usano le viti di fermo per bloccare il cursore.
Una differenza che può risultare non solo estetica, è la posizione del corpo del mirino. L'asta graduata tutta in avanti, oppure posta in aderenza al riser. I mirini con la parte meccanica collegata all'arco hanno il vantaggio di permettere la riduzione del numero delle viti di "fermo" di sicurezza. Infatti le sollecitazioni e le vibrazioni sono inferiori più è prossimo al baricentro dell'arco. L'altro tipo di mirini con l'asta graduata posta in avanti sono preferiti anche se in genere richiedono di essere di ottima qualità. A tal proposito, abbiamo osservato - sebbene non sia una regola - che il numero delle viti di fermo sono inversamente proprorzionali alla qualità del mirino.
I mirini raffigurati nell'immagine rappresentano una selezione minima rispetto alla quantità di mirini che sono stati messi in commercio negli ultimi vent'anni. Leggendario è AGF Safari il cui corpo, con regolazione micrometrica rigorosamente "svizzera", ha salvato numerose volte dalla dimenticanza del fissaggio della barra di alzo su cui è posta la diottra. Le vibrazioni danno rumore ma l'asta è incastrata al fulcro. Negli altri casi invece le vibrazioni  possono far "saltare" il corpo della diottra lungo l'asta graduata senza che l'arciere possa aggorgersene, generalmente un tiro in alto al bersaglio è l'allarme dell'anomalia.
Per concludere non possiamo esimerci dal ricordare un altro grande mirino dall'eleganza incomparabile: Arten's Olimpic. il cui corpo, con regolazione a cremagliera, era posto in aderenza al riser.

lunedì 21 aprile 2014

Scomposizione del gesto nel tiro con l'arco

Scomposizione del gesto
Scomporre le fasi dell'azione nel tiro con l'arco aiuta a migliorare la consapevolezza dell'arciere nell'insegnamento e nell'allenamento.
In letteratura esiste una manualistica sorprendentemente ricca. I testi ufficiali Fita per istruttori riportano tuttavia le ultime tecniche in materia di insegnamento.

SCOMPOSIZIONE, RIPETIZIONE e INTERFERENZA sono gli elementi che accomunano le diversi fonti.

In gara è vitale un approccio mentale che permetta di visualizzare il tiro perfetto anticipando ciò che si concretizza con l'esecuzione all'attimo successivo.
In allenamento è indispensabile un approccio sviluppato sui vari gradi di difficoltà. Ricercheremo i nostri limiti e costruiremo il gesto per elementi studiando il dettaglio con specifici esercizi.
La fine sessione di allenamento è generalmente la ricomposizione di tutte le nostre ricerche: poche volèe fatte bene!

IN GARA: VISUALIZZAZIONE, PUNTI DI CONTROLLO, RIPETIZIONE
IN ALLENAMENTO: PUNTI DI CONTROLLO, RIPETIZIONE, INTERFERENZA

Fatto salva la visualizzazione del tiro perfetto in gara e il raggiungimento dei propri limiti nell'allenamento con l'interferenza, sono i PUNTI DI CONTROLLO ciò che accomuna il gesto perfetto e ripetitivo.

Abbiamo elencato alcuni noti modi di scomporre il gesto del tiro con l'arco.
La materia richiede un approfondimento pratico e uno studio approfondito, tuttavia segnaliamo l'opportunità di individuare i principi comuni ad ogni sequenza di seguito riportata. L'eresia è quella di pensare ve ne siano altre, più personali... Ma in fin dei conti l'arciere è di per se "eretico" (Cfr. Frangilli).
Fatevi aiutare nello studio dal vostro istruttore/tecnico.

I PUNTI DI CONTROLLO (scomposizione)

GLI UNDICI PUNTI DI VITTORIO FRANGILLI, 2005
1. POSIZIONARE I PIEDI ED IL COPRO RISPETTO AL BERSAGLIO
2. POSIZIONALE LA MANO DELL'ARCO
3. POSIZIONARE LE DITA SULLA CORDA
4. ALLINEARE IL MIRINO CON L'ASSE DELL'ARCO ED IL BERSAGLIO
5. ALLINEARE LA SPALLA  ED IL BRACCIO DELL'ARCO
6. TENDERE LA CORDA FINO ALL'ALLUNGO PREVISTO
7. ANCORARE LA MANO DELLA CORDA
8. CONTROLLARE LA TENSIONE SCAPOLARE
9. ALLINEARE IL MIRINO CON L'ASSE DELL'ARCO ED IL BESAGLIO
10. SPINGERE IL MIRINO VERSO IL BERSAGLIO
11. RILASCIARE

I DIECI PUNTI DEL MANUALE FITARCO 1° LIVELLO, 2005
1. Posizionamento
2. Incocco
3. Posizionamento delle dita (o dello sgancio meccanico) sulla corda
4. Posizionamento della mano dell'arco
5. sollevamento dell'arco
6. Contatto della corda sul viso (allineamento della corda).
7. Trazione
8. Mira
9. Rilascio
10. Follow-through

I NOVE PUNTI DEL MANUALE DI SANTE SPIGARELLI, 2007 (ma anche prima - anni ottanta)
1. Posizione
2. incocco
3. estensione
4. trazione
5. ancoraggio
6. contrazione/mantenimento
7. mira
8. contrazione/rilascio
9. dopo rilascio

I DIECI PUNTI DEL MANUALE FITARCO DI K.M. Haywood - C.F. Lewis, 1995
Fase del Posizionamento
1. Il fianco rivolto verso il bersaglio
2. I piedi allineati
3. Il peso del corpo distribuito equamente sui piedi
4. Posizione eretta
5. L'arco davanti
6. Le spalle allineate
7. La bocca chiusa, i denti uniti

Fase di Mira
1. Posiziona l'arco nella "V" tra pollice e indice
2. Aggancia la corda nelle prime falangi
3. Guarda sopra la spalla, verso il bersaglio
4. Solleva l'arco in direzione del bersaglio
5. Ruota il gomito in basso
6. Rilassa la mano e il polso della corda
7. Porta il gomito indietro, al livello delle spalle
8. La mano tocca il mento
9. La corda tocca il mento e la punta del naso
10 L'attenzione è concentrata sul bersaglio

Fase di rascio e Follow-Through
1. Contrai i muscoli della schiena
2. Rilassa la mano di trazione per rilasciare la corda
3. Tieni alto il braccio dell'arco, con il capo fermo

L'APPROCCIO MENTALE DI K.M. Haywood - C.F. Lewis
Fase di posizionamento
1. Regola il mirino in base alla distanza
2. Controlla il vento
3. Guarda il bersaglio
4. Pensa alle senzazioni di un tiro perfetto
5. Concentra l'attenzione sulla lista di controllo per la preparazione del tiro

Fase di trazione e mira
1. Prosegui nei punti da controllare
2. Se la preparazione ti sembra a posto, dai l'ordine "Rilassati"
3. Sposta l'attenzione sulla mira
4. Mira nel giallo, ripetendo, "Mira, mira, mira"

Fase di rilascio e Follow-Through
1. Avviene l'esplosione del rilascio
2. Mantieni la concentrazione sul giallo per tutto il rilascio

INFINE IL CICLO IN 12 PUNTI di Kisik Lee
1. La posizione
2. Incoccare la freccia
3. Agganciare la corda
4. Impostazione mentale
5. Preparzione (Set-up)
6. Trazione
7. Ancoraggio
8. Caricare/Trasferire per Trattenere
9. Mirare ed espansione
10. Rilascio
11. Il Follow-Through
12. Relaxation and Feedback

Qualcuno di noi si ricorda ancora cosa non andava nel gesto rappresentato nell'immagine in testa?

domenica 9 marzo 2014

Elfi e Orchetti - imprevisti tecnici in gara

Può capitare di trovarsi in situazioni poco rassicuranti prima o durante una gara.
Infatti qualsiasi imprevisto tecnico può tradursi in un dramma se non siamo preparati.
Far fronte ai misteriosi danneggiamenti o scomparse di indispensabili accessori di tiro, può risultare davvero una seccatura.
Fortunatamente queste manifestazioni non sono la regola, tuttavia possono accadere in presenza di "Orchetti" maldestri che inciampano in una fila d'archi e rovinosamente causano piccoli, ma assai insidiosi danneggiamenti - gli stabilizzatori si allentano, le diottre si piegano e i si manifestano subdolamente durante le volée successive - o per inspiegabili scomparse di materiale forse dovute ai Folletti o Elfi burloni.
Premunirsi contro questi antipatici inconvenienti significa dotarsi di accessori sostitutivi.
Avere un secondo arco completo è prerogativa necessaria per partecipare nelle squadre nazionali, dotarsi di doppioni di corde, rest, diottre, pattelle, berger ecc., è un approccio consigliato per qualsiasi altro livello.
Tutto è ammesso purché Elfi e Orchetti di Tolkien non siano in verità  Gatti e Volpi di Collodi.

domenica 2 marzo 2014

Paura di sbagliare... nel tiro con l'arco s'intende

Centrare la mente
La paura di sbagliare nel tiro con l'arco è una sindrome che prima  o poi si manifesta in tutti noi.
La rinuncia è il sintomo più subdolo e ci pone i limiti, da superare, al di sotto delle nostre capacità.
Tali limiti  possono essere rappresentati dai punti di una volée, una media da mantenere anziché da superare, da un passaggio di categoria molto vicino ma ancora irraggiungibile.
Accontentarsi dei nove senza perseguire i dieci - ottenibili tirando meglio - ci conduce al massimo agli otto!
La paura di sbagliare è come un freno alle nostre capacità, non scopriremo mai ciò che veramente siamo in grado di fare lasciandola condizionarci. Pensare di non commettere errori durante i tiri con l'arco è l'unico, vero, sbaglio.
Andiamo a fondo e riportiamo i punti, buoni e cattivi, di tutte le volée che ci siamo prefissate.
In allenamento e durante le gare portiamo sempre a termine la nostra performance.
Se il risultato non ci soddisfa si parta da quello, ma solo dopo averlo conseguito.

Sapremo quindi che la paura di sbagliare è il solo impedimento per scoprire il nostro futuro... arcieristico s'intende.