domenica 30 gennaio 2011

Sindrome da frecce di prova - sapersi allenare

Il quesito che mi è stato posto da un arciere avviato da tempo alla competizione è il seguente:
"Perchè tiro alla grande in allenamento e poi in gara faccio sempre punteggi mediocri?"
La risposta la si trova nella "Sindrome da frecce di prova!" (Cfr. Roy Matthews, John Holden. "TIRO CON L'ARCO", Editrice MEB).
Abbiamo fatto un buon allenamento per tutta la settimana. A parte qualche freccia che abbiamo opportunamente "dimenticato", il resto delle volee è stato veramente entusiasmante. Siamo pronti per affrontare la gara e iniziamo con le frecce di prova. Dieci, dieci, dieci. La prima volee è proprio meglio che in allenamento! Dieci, nove, nove. Anche la seconda non è male...
Comincia la gara: OTTO! Accidenti chi ci ha spostato il clicker! Nove di linea, nove quasi dieci. Il resto lo lascio immaginare: ventisette di media. Forse chiuderemo a 275 la prima parte...272! La seconda parte della gara chiudiamo a 267. Bastava un nove e avremmo chiuso a 540 invece abbiamo fatto un otto con l'ultima freccia!
Se ora vi sentite a disagio è comprensibile.
Cosa è accaduto? Abbiamo fatto la gara durante le freccie di prova! In altre parole abbiamo raccolto i frutti di un appagamento di un "momento di grazia". Cosa non abbiamo invece fatto: verificato lo stato di forma della giornata, l'illuminazione del bersaglio, la posizione, il mirino, il ritmo di tiro, la respirazione, il tiro lento, il tiro veloce. Insomma non abbiamo fatto dei tiri di prova ma solo dei bellissimi tiri rilassati e appagati da un punteggio possibile ma non raggiungibile.
Analogamente applichiamo la sidrome delle freccie di prova all'allenamento. Abbiamo tirato tutta la settimana in scioltezza, rilassati e senza pressioni competitive.
Un grande Maestro di tiro con l'arco ci ha insegnato un metodo di verifica assai interessante. La scommessa tra colleghi! Lungi da me l'istigare questo genere, ma c'è del vero in ciò che dice il Maestro: "Sotto la pressione di perdere qualche cosa si sta più attenti". Infatti in gara si sta più attenti, in allenamento meno. Questo è utile per conoscere i veri limiti ma non per sviluppare le potenzialità (N.d.R.). Nel corso dello scorso anno abbiamo affrontato il tema delle frecce di prova (Corso di tiro L'arciere verso la competizione - Esercitazione parte 3: “Le frecce di prova”).
Quest'anno invece approfondiremo l'allenamento. Un allenamento di frecce di prova.
Pierre de Coubertin, oltre ad essere colui che riportò in vita le antiche olimpiadi, si impegnò nel miglioramento del sistema educativo. Parte di questo miglioramento sarebbe stato affidato all'educazione sportiva, che pensava sarebbe stata una componente importante dello sviluppo personale dei giovani. La massima a lui attribuita "L'importante è partecipare" andrebbe letta con un significato pratico: "... altrimenti chi vince che gusto ci trova a battere solo se stesso!" Da cui il necessario rispetto dei "vinti" da parte dei "vincitori". Per la maggior parte di noi lo spirito competitivo è volto solo al miglioramento del nostro punteggio personale. Questo non è male... ma vincere? Se fate buoni punteggi in allenamento, sapete tirare. Ma Vincere?
Ri-guardate Marco. Senza dubbio egli non soffre di sidrome da tiri di prova! Il suo obiettivo, come del resto quello dell'avversario, consapevole della sua anzianità, è rivolto alla consapevolezza di ciò che sta facendo: vincere.

Rev. 29.10.2017 https://www.youtube.com/watch?v=jxT72eBbPgM
 

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